ORA E SEMPRE, RESISTENZA!MARY PARIS, Partigiana.

Mary Paris, nata nel 1894, di origine torinese, aveva sposato Guido #Paris, il quale, nei mesi dell’occupazione nazifascista nei Castelli Romani, partecipò attivamente alla lotta partigiana ottenendo anche il riconoscimento, a liberazione avvenuta, di partigiano combattente.
Dalle testimonianze raccolte, in particolare da Lorenzo D’Agostini, è emerso che Mary Paris ha nascosto decine e decine di partigiani, soldati sbandati dopo l’8 settembre, e lo stesso Severino #Spaccatrosi, il quale dopo essere stato liberato da Regina Coeli, fu costretto per lunghi mesi, prima di rifugiarsi in una casa di #Albano, a nascondersi da nazisti e dai fascisti. Protetto nella tenuta della famiglia Paris, è riuscito a dirigere il movimento #partigiano in tutta la zona. La famiglia Paris mise a disposizione i suoi numerosi casali come deposito/nascondiglio per armi, esplosivi e materiale bellico che serviva poi ai partigiani per le azioni di sabotaggio.
In particolare, sempre dalla testimonianza di Lorenzo D’Agostini, Mary Paris, con eccezionale presenza di spirito, dopo l’attentato al ponte “Sette luci”, sulla via Ardeatina, al 35 Km. da #Roma – un attentato che costò ai tedeschi circa 400 morti – deviò le indagini dei nazisti sugli autori dell’azione. Infatti, interrogata a più riprese disse di aver visto militari con divisa americana. Con questo inganno per lungo tempo i tedeschi si convinsero che l’attentato era stato fatto dagli alleati e quindi rallentarono le ricerche di partigiani italiani nelle campagne. Ciò consentì ai partigiani dei #Castelli Romani di riorganizzarsi e sfuggire ai rastrellamenti nazifascisti.
Il nipote, Guido Paris, sostiene che la nonna che aveva fatto l’attrice del cinema muto ed aveva conosciuto il futuro marito quando questi aveva iniziato ad occuparsi di cinema, era molto bella e piena di fascino.
Quando il loro casale era stato occupato dal Comando tedesco, riusciva con le sue maniere suadenti a distrarre i tedeschi e a permettere ai numerosi piloti inglesi, rifugiati nella proprietà, di sfuggire ai nazisti. Al momento opportuno, il nonno Guido, li portava occultati tra masserizie con un furgone a Roma. Mary Paris è morta nel 1978.

T. Era una bella donna, molto gentile, molto affabile alla mano. Era piemontese, era stata una diva del cinema muto, rima di sposarsi. Certo ha avuto un bel coraggio dall’Hotel Excelsior, a venire in campagna, senza luce e senza acqua. Io venivo da Pesaro, ho preso servizio da lei nel maggio del ’39…
D. Quindi era con lei negli anni della guerra e dell’occupazione…?
T. Sì, sì, come no, sempre con lei sino a quando è morta. Erano anni bui, ma loro, la signora e suo marito, aiutavano un po’ tutti, non negavano niente a nessuno. Quante famiglie di poveracci hanno aiutato!
D. Anche dopo l’8 settembre…
T. Sì, sì, l’8 settembre è stato un grande casino. Non è stato un bel momento. Non so quanti abbiamo rivestito con tutti i calzoni e giacche che siamo riusciti a trovare. Erano tutti ragazzi, che se no non potevano tornare a casa e la signora non ha detto di no a nessuno, tutto quello che poteva dare l’ha dato. Avevano arrestato anche il signor Paris, perché aveva festeggiato la fine del fascismo, perché era contento e poi, quando si sono riorganizzati un po’ l’hanno arrestato.
Poi, dopo, i tedeschi hanno messo il comando nella villa, hanno mandato via tutti, ma la signora è riuscita a farsi rilasciare l’autorizzazione a rimanere. Eravamo rimasti solo la signora, il marito ed io. Loro [i tedeschi, ndr] s’erano preso tutto, a noi hanno lasciato solo una stanza con il bagno, io dormivo su di un materasso per terra. Era al secondo piano e ci si arrivava non con la scala normale, ma con una scala a pioli. Avevano anche trasformato dove si lavorava la frutta in una officina, ci riparavano i camion e i carri armati, ma la signora e il signor Paris non avevano voluto lasciare la tenuta.
D. E con il comando tedesco dentro casa, la signora aiutava i partigiani?
T. Si, i partigiani venivano su a qualsiasi ora, ma soprattutto di notte, per avere qualcosa da mangiare che erano nascosto sparsi nei casali della tenuta, perché vi erano parecchie casupole abbandonate.
D. Ma come facevano con i tedeschi…
T. Venivano su alla sera tardi, tardi, tardi prendevano quello che serviva… ora veniva l’uno, ora veniva l’altro, non è che si facessero vedere molto da me. Ma si vedeva, ecco, non è che si poteva nascondere. Poteva darsi che dava anche qualche soldino, ma soprattutto cibo e coperte, che quelli là [i partigiani, ndr] chissà dove dormivano.
D. Certo, il rischio era enorme…
T. Si, si, come no. Coraggio ce ne è voluto!! Ma abbiamo capito che questa gente, bisognava aiutarla. Era una donna molto intelligente e molto istruita. Tutti le volevano bene, ma tutta la famiglia era molto disponibile ad aiutare chi aveva bisogno. Io mi sono sentita sempre appoggiata da loro.

Testimonianza di Irma Fioretti, raccolta il 28 settembre 1998. La testimone è stata per lunghi anni la cameriera di Mary Paris

Tratto da Commissione delle elette Provincia di Roma e Archivio storico delle donne “Camilla Ravera” e Fondazione Istituto Gramsci – Onlus, Donne e #Resistenza nella provincia di Roma. Testimonianze e documenti, a cura di Simona Lunadei e Lucia Motti, Roma 1999.

This entry was posted in Uncategorized. Bookmark the permalink.

Leave a comment